SIAMO OULIPIANI

Raymond Queneau, Le Lionnais e OuLiPo, il gruppo letterario da loro fondato nel 1960, sono tra i nostri maggiori ispiratori. OuLiPo è la contrazione di Ouvroir de littérature potentielle (Opificio di letteratura potenziale). Una piccola crew di scrittori-matematici e matematici-scrittori amanti della letteratura, desiderosi di esplorare le possibilità del connubio tra la più rigorosa delle scienze e la poesia, i romanzi e la scrittura creativa. Si riuniscono per condividere le loro ricerche sulle contraintes, sui vincoli, le metriche, le strutture, vecchie e nuove, da adottare in materia di scrittura. Detto altrimenti, le loro opere, nascono entro restrizioni formali arbitrarie, gabbie ferree scelte a priori, limiti da non superare, costrizioni matematiche. Il loro intento era di ricucire la separazione tra cultura umanistica e scienze esatte. Matematica e letteratura di nuovo assieme. Le risorse dell’una a disposizione dell’immaginazione dell’altra. Libertà espressiva e libertà di scegliere i propri vincoli sono inscindibili.

Sembra un paradosso. Queneau e gli altri mirano, introducendo nuovi vincoli formali e matematici, non a restringere, quanto ad allargare il campo della letteratura. Queneau, nel suo breve saggio Che cos’è l’arte, non è tenero con i surrealisti e la loro scrittura automatica, che di vincoli proprio non ne vogliono sapere: “Un’altra falsissima idea che pure ha corso attualmente è l’equivalenza che si stabilisce tra ispirazione, esplorazione del subconscio e liberazione; tra caso, automatismo e libertà. Ora, questa ispirazione che consiste nell’ubbidire ciecamente a ogni impulso è in realtà una schiavitù. Il classico che scrive la sua tragedia osservando un certo numero di regole che conosce è più libero del poeta che scrive quel che gli passa per la testa ed è schiavo di altre regole che ignora.”

Gli oulipiani sono molto interessati ai processi formali entro cui liberare la loro fantasia, almeno quanto ai risultati del loro sperimentare. Ancora Queneau: “Chiamiamo letteratura potenziale la ricerca di forme, di nuove strutture che potranno essere utilizzate dagli scrittori come più gli piacerà.”

Emerge chiaro il loro tratto anti-romantico, la diffidenza verso il concetto di genio. L’ispirazione è solo mitologia. Lo scrittore, ma possiamo estendere la concezione oulipiana a tutti gli artisti, non è che un artigiano coscienzioso che non ama il sentimentalismo e tantomeno la vanità della creazione. È la struttura che genera l’ispirazione. Non viceversa.

Être oulipien, c’est être le rat qui se construit lui-même le labyrinthe dont il se propose de sortir.

Un oulipiano è un topo che si costruisce il labirinto dal quale si propone di uscire.

attribuita a Raymond Queneau